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VIGNONE – 22-7-2025 – C’è chi lo considera un vincolo insostenibile e chi, invece, un’opportunità di sviluppo all’insegna della sostenibilità. Così, mentre alcuni discutono sull’opportunità di restare all’interno del Parco Nazionale della Valgrande, Vignone si muove in direzione opposta e chiede di entrarvi. Il Comune del Verbano ha avviato l’iter per aderire all’area protetta con una porzione di circa 110 ettari, costituita da un’area interamente boscata che si estende lungo la sponda sinistra del torrente San Giovanni: da ponte Nivia sino ai margini di Bureglio. Una zona priva di abitazioni e attività artigianali, ma solcata da quegli antichi sentieri – oggi in disuso – che salivano verso la valle Intrasca.

La proposta, approvata dal Consiglio comunale, è diventata una domanda scritta presentata per conoscenza ai vertici del Parco e della Comunità del Parco, e inviata al ministero dell’Ambiente. Sarà quest’ultimo a doverla vagliare e a trasmetterla all’Ispra, cui spetterà il compito di esprimere un parere tecnico sulla possibilità o meno dell’ingresso. L’intenzione è quella di valorizzare il territorio e sostenere le piccole realtà agricole locali, potenziando al tempo stesso la rete dei sentieri e il recupero del patrimonio rurale. Uno sguardo in prospettiva, su cui si lavora da tempo, che parla di sviluppo territoriale possibile in sintonia con le peculiarità dell’area: turismo e agricoltura.

«L'obiettivo è restituire a Vignone e alla Valle Intrasca – che è Valgrande, anche se qualcuno pensa di no – il ruolo di porta est del Parco. Penso ai giovani imprenditori agricoli che stanno tornando alla terra, ce ne sono diversi: coltivano piccoli frutti, erbe, producono miele. Possiamo offrire loro un brand prestigioso, con l'etichetta di prodotto del Parco. Perché non permetterglielo? E non da meno sono le opportunità in campo turistico, dove da tempo assistiamo alla nascita di nuove strutture per l'ospitalità», commenta il sindaco di Vignone, Giacomo Archetti.

La recente apertura del parco fluviale sul San Bernardino e la progettazione del "Corridoio della biodiversità", da realizzare assieme ai Comuni di Caprezzo, Cambiasca e Arizzano, sono le mosse che – unite all’ingresso di Vignone nel territorio dell’area protetta – chiuderebbero il cerchio di una progettualità di sviluppo che va oltre i confini della singola realtà comunale.

Vignone può oggi avanzare la richiesta grazie alla continuità territoriale garantita dal recente ingresso di Caprezzo nel Parco (condizione obbligatoria: l’area da inserire deve essere confinante). L’obiettivo è concludere la procedura in tempi relativamente brevi. «Credo che quando i piccoli Comuni lavorano in rete, escano sempre delle belle cose», chiosa Archetti.