1

Cannot find cippo_partigiano_vigezzo_16 subfolder inside /var/www/vco24/images/articles/cippo_partigiano_vigezzo_16/ folder.
Admiror Gallery: 5.2.0
Server OS:Apache/2.4.57
Client OS:Unknown
PHP:7.4.33

cippo partigiano bandiera vigezzo

DISSIMO- 14-08-2016- In occasione della partecipata festa del Monterotondo,

l'Anpi Domodossola-Vigezzo, in collaborazione con il consorzio strada Alpe Rovina, ha organizzato una camminata non competitiva dal Monterotondo di Dissimo all'Alpe Rovina con partenza alle ore 9 e commemorazione del cippo posato in memoria del partigiano Giovan Battista Merano alle 10:30.

Un momento di riflessione e ricordo al quale ha partecipato anche Gianfranco Fradelizio, presidente dell'Anpi Ossola, che ha sottolineato l'importanza di ricordare gli uomini che hanno combattuto per la nostra libertà, ragazzi giovani che hanno compiuto una scelta coraggiosa e importante. Fradelizio si è inoltre detto molto soddisfatto della collaborazione con il consorzio e con gli organizzatori della festa che, inserendo questo evento nella loro manifestazione, hanno contribuito allo sviluppo del senso civico e della memoria. Dopo la camminata, i partecipanti sono stati premiati con una medaglia commemorativa.

Il cippo posato all'Alpe Rovina nel 2013, con l'aiuto del Gruppo Alpini di Re, è anche simbolo dell'importanza e della dignità finalmente restituita a un coraggioso partigiano la cui storia è stata a lungo ignota. Appena dopo la caduta della Repubblica dell'Ossola un gruppo di partigiani si trovava proprio in quel luogo, in ritirata verso i Bagni di Craveggia dopo aver tentato di resistere ai nemici quanto possibile. Giovan Battista Merano era tra loro, colpito a morte durante il rastrellamento fascista nel punto in cui ora vediamo il cippo. Il suo corpo, senza identità, venne sotterrato in una buca e solo successivamente seppellito a Trontano, dove giace tuttora con altri due partigiani (uno ucciso a Uriezzo e uno a Crodo) e con i resti di un soldato caduto in Africa.

La storia di quest'uomo senza nome è rimasta sconosciuta fino al 2013, quando, grazie all'interessamento e al lavoro di Giuseppe Locatelli (che ha scolpito il cippo da un sasso preso dal fiume a Re), le ricerche hanno rivelato l'identità di Giovan Battista Merano. Il corpo del partigiano è stato riesumato e nella cucitura della manica della giacca è stato trovato un bigliettino con il suo nome. Come erano soliti fare i soldati, aveva voluto lasciare un messaggio a chi lo avrebbe trovato dopo la sua morte. Si è riusciti a scoprire molto poco altro, purtroppo. Nato a Milano nel 1914, lavorava alla Isotta Fraschini, il resto della vita di questo combattente rimane ancora avvolta nel mistero. Giuseppe Locatelli ha contattato la ditta per ottenere qualche informazione ma non è emerso altro, niente sulla famiglia o sugli eventuali parenti ancora in vita.

Il suo corpo riposa a Trontano, finalmente con un'identità, e un cippo posato in suo onore guarda verso il fondo della valle, tra le montagne che custodiscono il suo ricordo, assieme a quello di molti altri uomini che hanno lottato per la libertà della quale noi tutti possiamo godere oggi.

 

Caterina Ceroni