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tacchini post finale
RIO DE JANEIRO – 16.08.2016 – Ottavo al mondo.

L’ultimo posto nella finale olimpica di Rio de Janeiro nel C1 1.000 è il punto di partenza della carriera di Carlo Tacchini, che oggi in Brasile non ha retto il passo dei più forti. L’epilogo della prova a cinque cerchi che ha a lungo inseguito e che s’è guadagnato con un piccolo capolavoro sportivo è stato amaro. Fin dalla partenza s’è visto staccare dai più forti e, strada facendo, ha pian piano mollato sino a chiudere con l’ottavo posto, un tempo molto alto anche rispetto ai suoi standard, distante da tutti gli altri. “Non ne avevo più”, ha confessato a fine gara, senza però accampare scuse: “Ero stanco, ho faticato a dormire per la tensione e l’adrenalina di ieri. Ho fatto una gara oscena e mi dispiace”.

Sotto lo sguardo del Cristo Redentore di Rio, che guarda dall’alto la baia del Lagoa stadium, campo di regata olimpico, a Tacchini non è riuscita l’impresa anche perché, come ammette, “davanti c’erano sette mostri”. “Il livello era altissimo, erano tutti più forti di me: al massimo avrei potuto arrivare più vicino”. Il prossimo passo, quindi, è colmare il gap. “Da ottobre inizia un cammino nuovo, quattro anni proiettati verso Tokyo 2020”.