CALASCA CASTIGLIONE - 11-8-2025 -- L’anno 2025 segna per Calasca un significato particolare: la ricorrenza del Giubileo è stata sottolineata con un il trasporto dell’urna di san Valentino, come avvenuto nel 2000 e nel bicentenario dell’arrivo dei sacri resti nel 2005.
San Valentino è ritenuto un martire romano dell’epoca delle antiche persecuzioni, che da Nerone a Diocleziano hanno periodicamente messo alla prova la comunità cristiana dell’Urbe. Famoso è il fatto che l’imperatore Nerone, volendo dare la colpa dell’incendio della città ai cristiani ne condannò diversi ad essere arsi vivi, così come erano temute le epurazioni violente messe in opera da Diocleziano nel tentativo di riportare all’antica gloria l’impero romano ormai decadente.
Di san Valentino, da distinguere dall’omonimo protettore degli innamorati, non si conosce praticamente nulla: egli è ritenuto come molti altri un giovane soldato, ucciso per la propria fede in una delle antiche persecuzioni e sepolto nelle catacombe, gli antichi cimiteri romani.
Lo studio delle reliquie
Nel mese di giugno, con l’approvazione delle autorità ecclesiastiche i resti di san Valentino sono stato oggetto di un esame medico che utilizza le moderne tecnologie. È solo il terzo caso di reliquie che sono stati sottoposti a tale innovativo processo di indagine nel nostro territorio.
In occasione dei festeggiamenti è stata presentato il risultato dell’esame fatto sui resti del santo, da parte di un medico, il dott. Gianni Brugo e dall’equipe del Laboratorio Alcor, che grazie alle moderne tecnologie hanno rivelato alcuni dati di san Valentino: gli esami medici hanno rivelato che le ossa appartengono ad un unico individuo, con ogni probabilità un uomo piuttosto alto per l’epoca (tra 1,60 e 1,70 mt), con ossa e articolazioni sane, qualche problema ai denti. Le ossa sono numerose e ben conservate, composte anatomicamente nel manichino, opera di un artista esperto proprio nella composizione di corpi santi, Antonio Magnani di Roma, medico e artista che in collaborazione con il Vaticano preparava le reliquie e le statue in ceroplastica da inviare a chiese in tutto il mondo. La relazione di Massimiliano Ghilardi, professore della Pontificia Università Gregoriana, ha ricostruito la carriera di questo artista, i cui pregevoli manufatti sono diffusi in Italia dal sud fino alle nostre montagne, ma che si ritrovano in Europa e addirittura in Messico. Il fenomeno della diffusione delle reliquie dalle catacombe romani a moltissime chiese è stato approfondito da don Damiano Pomi, parroco di Ghemme e insegnante della medesima Pontificia Università Gregoriana, che ha ricordato come la scoperta delle catacombe nel Cinquecento abbia permesso la diffusione della venerazione di molti martiri romani, i cui resti recuperati dai loculi, giungevano in artistici reliquiari nelle chiese e cappelle che ne facevano richiesta. Come nel caso di Calasca, erano i molti emigranti, laici o ecclesiastici, che ottenevano dalle autorità vaticane in dono queste reliquie, da portare nei paesi di origine. Le ossa dei martiri erano riconosciute tramite alcuni segni, incisi o graffiti sulle lapidi, oppure inseriti nelle sepolture, come il “vaso di sangue” che si pensava contenesse il sangue versato nel martirio.
La fiaccolata
La festa si è aperta con una suggestiva fiaccolata che dalle frazioni del paese si è data appuntamento in piazza ad Antrogna, entrando solennemente nella Cattedrale tra i boschi insieme con una rappresentanza della Milizia Tradizionale di Calasca. Nella funzione i militi, di cui san Valentino è patrono, hanno sollevato l’urna dall’altare posizionandola al centro della chiesa in vista delle feste imminenti. Suggestivo l’arrivo sincrono delle tre diverse processioni, che al crepuscolo hanno raggiunto la piazza del paese cantando e pregando, e scortate dalla Milizia sono entrate nella cattedrale per la celebrazione della Messa solenne della Trasfigurazione. I fucilieri, cui spetta l’onore di trasportare le reliquie, hanno prelevato la pesante urna dall’altare e l’hanno portata processionalmente sotto la cupola, per essere venerata dai fedeli.
La festa
Domenica 10 agosto l’emozione era palpabile fin dal mattino, quando il consueto sparo di colpi e il rullare dei tamburi ha svegliato il paese e i suoi soldati. Dopo la colazione a base di trippa e formaggio, la Milizia ha preso servizio, accogliendo gli ufficiali per la Messa militare, presieduta dal parroco e cappellano don Fabrizio, a cui è seguita la Messa solenne, presieduta dal can. Cristian Pina, sacerdote milanese ed esperto di reliquie. Nel panegirico di san Valentino il sacerdote ha sottolineato il valore del martirio, ricordando che proprio davanti a queste reliquie predicò il giovane sacerdote Giuseppe Rossi, che pochi mesi dopo sarebbe stato egli stesso martirizzato, e che è stato beatificato nel 2024. Al termine della celebrazione ufficiali e fucilieri sono rientrati in chiesa per scortare il loro protettore nella processione straordinaria. Nel borgo ornato di fiori bianchi e rossi, dalle palme che alludevano al martirio, l’urna con le reliquie ha sfilato dopo tanto tempo. La Milizia ha eseguito la sparata in onore del santo e ha accompagnato con commozione la processione. Grande la partecipazione e l’emozione del momento, in cui si è rinnovata la devozione dei calaschesi e dei molti convenuti per il martire romano.
Nel pomeriggio il vespro solenne, con la consueta processione eucaristica, ancora scortata dal servizio impeccabile della Milizia, e seguita dalla benedizione eucaristica. I fucilieri poi, guidati dagli ufficiali a cavallo, hanno eseguito varie scariche a salve in onore di benefattori e autorità civili e religiose.
Nell’occasione della solenne ricorrenza il consiglio della Milizia ha voluto esprimere la profonda gratitudine a Renato Lometti, che per 48 anni è stato Direttore della Milizia di Calasca, responsabile del funzionamento e del servizio dell’antico sodalizio. Al termine del vespro il direttore in carica Stefano Capelli ha letto un messaggio di ringraziamento da parte del consiglio e dei militi, proclamando Renato Lometti “direttore onorario perpetuo” della Milizia, che ancora accompagna con passione e con esperienza.
Alla sera la truppa si è data appuntamento sotto il portico della chiesa per festeggiare con il tradizionale risotto, che ha unito giovani e anziani nel condividere la gioia e la soddisfazione della festa, con il pensiero rivolto ai festeggiamenti della Madonna della Gurva, quest’anno ancora più solenni per il rinnovo dell’incoronazione da parte del cardinale Angelo Bagnasco.
Martedì 12 agosto la Milizia e la popolazione di Calasca sarà nuovamente impegnata per la processione che porterà la statua della Madonna della Gurva dal suo santuario in paese, dove il giorno 14 agosto, alle ore 20.00 il cardinale Angelo Bagnasco rinnoverà l’incoronazione, e guiderà la processione che ricondurrà la venerata immagine nel suo santuario in vista dei festeggiamenti del giorno di Ferragosto. (c.s)