DOMODOSSOLA- 19-08-2016- Un intervento dei rappresentanti del territorio a Torino e a Roma
è indispensabile per risolvere i problemi che la nuova normativa fiscale crea ai frontalieri. Così il sindaco domese Lucio Pizzi “tira la giacchetta” all'onorevole ossolano Enrico Borghi ed al vicepresidente regionale, il verbanese Aldo Reschigna, in un comunicato stampa: “Nel 2015 è stata posta in essere dallo Stato la procedura di collaborazione volontaria (Voluntary Disclosure) che ha coinvolto, tra gli altri, molti pensionati cittadini italiani titolari di pensioni svizzere a seguito di attività svolta in Svizzera quali frontalieri- così Pizzi, che ha di recente incontrato alcuni rappresentanti dei frontalieri, i quali hanno chiesto interessamento e sostegno alla proprie rivendicazioni- tuttavia restano ancora oggi aperti molti problemi interpretativi circa la normativa fiscale applicabile, al punto che ogni direzione regionale dell’Agenzia delle entrate sta interpretando le norme in maniera diversa, generando così ulteriore confusione e disparità di trattamento tra cittadini italiani. noltre la Voluntary Disclosure, che ha equiparato normali lavoratori a potenziali evasori, era retroattiva e valeva dal 2009 al 2013. Il vuoto normativo degli anni 2014 e 2015, unito alle incertezze interpretative, preoccupa molto per via di possibili sanzioni provocate da una scorretta compilazione delle dichiarazioni dei redditi 2014 e 2015. C’è anche da considerare che tanti non hanno attivato la procedura di collaborazione volontaria a causa di una campagna informativa poco chiara e che alcune fattispecie, come il cosiddetto “secondo pilastro” svizzero, siano attualmente colpite da una parziale doppia imposizione. Sarebbero molti altri gli esempi a dimostrazione di una situazione inaccettabile ai fini del rispetto che dobbiamo a questi lavoratori e, più in generale, riguardo alla tutela complessiva dell’economia del nostro territorio. Come amministrazione comunale abbiamo già provveduto a chiedere un incontro ufficiale alla direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate per cercare di dirimere la complicata questione. Occorre però di più. Occorre un serio impegno da parte delle autorità politiche regionali e nazionali, che hanno titolarità e competenza, al fine di aiutare queste persone a raggiungere al più presto i seguenti obiettivi minimi:
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riapertura dei termini per la presentazione della Voluntary Disclosure da parte dello Stato;
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risoluzione di una serie di problemi interpretativi della normativa in vigore tramite indicazioni precise e concordanti;
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un intervento dell’Agenzia delle Entrate nazionale che dichiari una moratoria sulle sanzioni per gli anni 2014 e 2015 e seguenti fino alla definizione di apposita normativa da parte dello Stato preceduta da una raccolta delle istanze dei soggetti interessati;
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una circolare dell’Agenzia delle Entrate nazionale che dichiari il secondo pilastro non assoggettabile a una seconda imposizione anche in Italia.
Sono convinto che l’intervento dei rappresentanti del territorio a Torino e a Roma negli ambiti di loro competenza potrebbe essere risolutivo: mi faccio volentieri portavoce dei lavoratori frontalieri per sollecitare un loro concreto interessamento che promuova le istanze di questa importante categoria”.