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MACUGNAGA - 3-9-2025 -- Una storia di tragedie e solidarietà ad altissima quota. Ce la raccontano gli amici de La Valle del Rosa in un'interessante intervista all'alpinista Walter Berardi e che riprendiamo integralmente.

A metà agosto è mancato Luca Senigaglia, alpinista lombardo di 49 anni morto da eroe sul Pik Pobeda in Kirghizistan, ai confini con la Cina, nel tentativo di salvare una compagna di cordata a oltre 7000 mt di quota.
Proprio in quel punto, anche l'amico Walter Berardi "Berry" alpinista macugnaghese, ebbe una disavventura, oggi siamo andati a trovarlo e ce la racconta.
"Era il 1991, avevamo organizzato una spedizione in 7 alpinisti: io, Carlo Benedetti di Calasca, Claudio Giorgis ed Enrico Cheula della Val Vigezzo, 2 fratelli di Bergamo Adriano e Luigi Canova e Roberto Garofalo di Gallarate.
Il nostro obiettivo era quello di conquistare la parete nord del Pik Pobeda e a quei tempi eravamo la seconda spedizione occidentale ad arrivare su quella montagna.
La sommità del monte era divisa in 2 cime, la ovest di 7050 mt di altitudine e la cima centrale di 7439 mt. Sulla prima siamo giunti in sei, Claudio, Roberto, Luigi, Adriano, Carlo ed io, assieme a 2 russi di un'altra cordata". Continua Walter: "Per via delle condizioni meteo proibitive, siamo giunti abbastanza tardi sulla cima ovest, quindi è stata presa la decisione di salire in quella centrale solo in 4, io, Claudio e i due russi. Le 2 cime sono collegate tra loro da una cresta di circa un chilometro; l'abbiamo percorsa interamente e, visto l'arrivo del buio, pensato di fermarci e piazzare la tenda a 7300 mt.
Mancavano circa 150 mt al nostro obiettivo e l'intento era quello di salire alle prime luci dell'alba e poi far ritorno per tempo scendendo subito.
Purtroppo l'imprevisto è in agguato, e alle 2 della notte nel bel mezzo di una bufera di vento e neve con temperature rigidissime, veniamo chiamati via radio da Carlo che con gli altri compagni erano rimasti all'addiaccio senza tenda né viveri.
Subito la decisione di far ritorno in soccorso degli amici. Scesi nel buio più assoluto con frontalino e bardati di tutto punto, siamo giunti da loro, gli abbiamo montato la tenda di riserva e preparato delle bevande calde.
Appena è stato possibile e visto che i nostri amici si erano tranquillizzati, siamo tornati alla nostra tenda con 3 ore e mezza di cammino e risaliti oltre per una sessantina di metri.
Quando però mancavano meno di 80 metri dalla vetta principale, abbiamo dovuto arrenderci per l'intensificarsi della bufera di vento, troppo violenta e rischioso continuare in quelle condizioni per paura di essere spazzati via."
Conclude Berry: "Purtroppo la montagna ci insegna che non dobbiamo sottovalutare nulla, per prima cosa condividere tutto con i compagni di spedizione.
La delusione di non aver raggiunto interamente in nostro obiettivo è grande, ma la gioia nel pensare di aver portato soccorso e salvato i nostri compagni è maggiore di ogni vetta raggiunta.
Mi spiace per Luca Senigaglia e sono rammaricato, ma l'altruismo fa parte di noi, del nostro cuore Alpino, prima vengono gli amici e compagni, poi le cime".