MACUGNAGA- 07-09-2025-- È tornato in libertà Alessandro Bonacci, l’ex sindaco di Macugnaga, dopo mesi segnati da una misura restrittiva che lo aveva confinato nella sua abitazione. La decisione del tribunale è arrivata venerdì scorso, quando il giudice ha accolto l’istanza presentata dal difensore, ritenendo venute meno le esigenze cautelari.
Il percorso giudiziario era iniziato a maggio, quando l’ex primo cittadino era stato sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta su presunti abusi edilizi e reati ambientali legati ai lavori per una pista al Belvedere, a quota 1900 metri sul ghiacciaio del Rosa, in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali. Durante i sopralluoghi i finanzieri avevano riscontrato la presenza di un escavatore in azione e l’assenza delle autorizzazioni necessarie negli uffici comunali.
Nelle carte difensive era poi comparsa un’ordinanza datata maggio 2023, mai prodotta nei due anni precedenti: secondo gli inquirenti si trattava di un documento falso e retrodatato, utilizzato per giustificare i lavori in quota. Da qui le accuse di frode processuale e depistaggio.
A luglio, dopo la raccolta delle testimonianze dei dipendenti comunali coindagati, il giudice aveva già disposto una prima attenuazione della misura, sostituendo i domiciliari con il divieto di dimora a Macugnaga e di contatto con amministratori e dipendenti. Pochi giorni più tardi, però, il divieto era stato violato, e gli arresti domiciliari erano stati ripristinati.
La svolta è arrivata con le dimissioni dell’intero consiglio comunale, che hanno determinato la decadenza dell’ex sindaco Alessandro Bonacci e l’arrivo di un commissario prefettizio a guidare l’amministrazione fino alle elezioni del 2026. È stato questo elemento, unito alla chiusura dell’indagine notificata a inizio agosto, a convincere il giudice che non sussistevano più i rischi di reiterazione o inquinamento delle prove. L’ex sindaco resta comunque sottoposto al divieto di dimora nel paese walser.
Ora si attende la fissazione dell’udienza preliminare, che deciderà se il caso approderà in tribunale. È l’ennesimo capitolo di una vicenda che ha intrecciato ambiente, politica e giustizia, e che lascia aperti interrogativi destinati a pesare ancora sulla comunità locale.