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tacchini carlo rio
VERBANIA – 25.08.2016 – È atterrato in Italia

a inizio settimana e sta smaltendo il fuso orario. Ma Carlo Tacchini, il ventunenne canoista verbanese  giunto settimo nella finale dei Giochi olimpici di Rio nel C1 1.000, ha già in mente il piano quadriennale di lavoro, crescita e miglioramento che lo proietterà verso Tokyo 2020. Non prima, però, di godersi l’amicizia, il ringraziamento e il tifo di chi l’ha sostenuto, davanti alla tv o sui social, durante la competizione brasiliana. Oggi Carlo è un atleta delle Fiamme Oro, arruolato in polizia e assegnato al gruppo sportivo. La sua società di origine resta la Polisportiva Verbano, con la quale ha mantenuto uno stretto rapporto, non solo umano. Dal presidente Mario Cova Minotti a Vittorio Carletto (suo primo allenatore, entrambi volati a Rio per assistere ai Giochi), da Gianfranco Guglielmi (tecnico dei più importanti successi della Polisportiva e mentore dell’olimpionico Beniamino Bonomi ai tempi della Canottieri Intra) a Renato Caldarone (che lo affianca ai tecnici federali), sono in tanti a Verbania a seguire la carriera sportiva di Carlo. Sono tutti attesi stasera alle 18 a Suna, dove le nuove leve della canoa hanno tifato per Tacchini davanti alla tv. Ci saranno anche le istituzioni per il doveroso ringraziamento a chi ha portato il nome della città nel mondo.