GHIFFA – 01.09.2016 – Il resort era un'attività abusiva.
In cinque ville racchiuse in un’unica proprietà, con parco e piscina, un cittadino italiano residente all’estero aveva creato a Ghiffa un complesso turistico composto da 14 appartamenti e 6 stanze doppie. I soggiorni turistici venivano prenotati via internet, su un sito in lingua tedesca specializzato nell’attrarre clienti della Mitteleuropa. Clienti che, però, erano fantasmi per il fisco italiano. Non registrati (la comunicazione alla questura è un obbligo di legge per ragioni di sicurezza), non denunciati per il pagamento dell’imposta di soggiorno, non conteggiati nella formazione del reddito. Quella che, a detta della Guardia di finanza della Compagnia di Verbania che ha denunciato il proprietario degli immobili, era un’attività imprenditoriale vera e propria, in realtà veniva svolta evadendo le tasse. Il proprietario aggirava le norme considerando i soggiorni turistici locazioni. Secondo le Fiamme Gialle, invece, trattandosi di un albergo avrebbe dovuto avere la licenza con le connesse autorizzazioni (non solo urbanistico-edilizie, ma anche sanitarie e di sicurezza). La tesi dell’attività occulta è avvalorata dalla presenza di tre dipendenti in nero, due con la mansione di collaboratori familiari e uno come giardiniere. Tutti di nazionalità straniera, si occupavano dell’accoglienza alla clientela, delle pulizie e delle manutenzioni.