MONTEBELLUNA – 08.09.2016 – In Veneto Banca
si annuncia un autunno caldo. L’estate ha portato a Montebelluna la “rivoluzione” del mancato aumento di capitale e dell’ingresso del Fondo Atlante con la nomina di Beniamino Anselmi a presidente. Ora In questi giorni il nuovo cda sta rivedendo il piano industriale, ragionando sulle possibili alleanze o fusioni, lanciando una campagna mediatica mirata a riabilitare l’immagine opaca della banca, riprendere il contatto con i dipendenti per motivarli e gestire il taglio dei costi.
In questo senso c’è molta apprensione, soprattutto in Veneto, per la possibilità che Veneto Banca si fonda con la Popolare di Vicenza (anch’essa controllata da Atlante). L’ipotesi sarebbe estremamente penalizzante per i bancari, che si vedrebbero tagliare – su entrambe le sponde – centinaia di posti di lavoro con la revisione della rete delle filiali, che spesso si sovrappone. Ieri Anselmi ha incontrato i sindacati e ha fornito rassicurazioni, perlomeno sui tempi di un’eventuale aggregazione, che non sarebbero brevi. La priorità è tagliare i costi, rimettere in ordine i conti, ridurre le sofferenze e tornare a “fare banca”, cioè a prestare denaro a famiglie e imprese. Mentre s’annunciano come prossime le dismissioni del jet privato, della villa di rappresentanza a Venegazzù e degli altri benefit di lusso, il confermato ad Cristiano Carrus sta lavorando a una revisione del piano industriale che, si dice, potrebbe prevedere nuove chiusure di filiali. Intanto è stata snellita la catena di comando e aboliti i posti di vicedirettore generale occupati da Michele Barbisan e Dario Accetta (ex della popolare di Intra), confluiti nello staff di Carrus. Resta congelata la riforma della rete territoriale e sui temuti esuberi c’è la disponibilità di Anselmi che ha tuttavia annunciato altri tempi di sacrifici.