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cascata

CREVOLADOSSOLA-10-09-2016- Venerdì scorso presso la struttura parrocchiale di Preglia

ha avuto inizio il torneo di calcio in memoria di Cristiano Oberoffer. Ad inaugurare l'evento sportivo è stato un incontro culturale dal tema “L'acqua è vita: bene comune e diritto di tutti”. Per l'occasione, la dottoressa Camilla Capristo è stata chiamata a intervistare Alberto Zorloni, un veterinario residente a Varzo, che da svariati anni svolge attività di ricerca e volontariato in Africa, impegnandosi tra l'altro nel sostegno del commercio equo e del consumo responsabile: “Noi ossolani siamo abituati a considerare l'acqua una risorsa infinita – racconta Zorloni- ma in realtà questa è una mera illusione, lo dimostra il fatto che un terzo della popolazione mondiale vive in paesi a rischio idrico. L'errore principale che commettiamo, è quello di ragionare soltanto in base ai nostri parametri e conseguentemente di agire in maniera del tutto irresponsabile. Se avessimo in mente una panoramica più generale dell'attuale situazione idrica, ci renderemmo conto di quant'acqua effettivamente sprechiamo ogni giorno. Un dato che può far riflettere è che con la stessa quantità di acqua utilizzata in certi sistemi agricoli 'spreconi' per irrigare un ettaro di risaia, in Africa riescono a sopravvivere per tre anni un centinaio di nomadi attenti, con i loro bovini. Incontri come questo sono per molti l'occasione di acquisire una visione un po' più completa sulla gestione e il consumo idrico in Italia e nel mondo. Inoltre se consideriamo l'acqua un bene comune, non dobbiamo solo accontentarci di averne a sufficienza, è doveroso anzi rivendicare il diritto a una giusta sovranità su tale risorsa. Nonostante in occasione del referendum sulla gestione idrica tenutosi nel 2011 gli italiani si siano opposti alla privatizzazione dell'acqua, la strada da percorrere in tal senso è ancora molto lunga. D'altro canto non basta pretendere di comandare sull'acqua, senza rendersi conto di quanta ne si spreca inavvertitamente. Gli italiani devono aprire gli occhi: dietro all'attuale gestione idrica c'è un giro d'affari di tale portata da giustificare lo scoppio di vere e proprie guerre, al pari delle crociate o delle storiche guerre di religione. Oggigiorno ci preoccupiamo tanto del fenomeno migratorio, senza renderci conto che la carenza idrica possa essere una delle concause che lo determinano. Con questo non intendo dire che dobbiamo rassegnarci a delle invasioni sempre crescenti, ma che, essendo il fenomeno migratorio uno degli effetti del sistema economico vigente, per prima cosa bisognerebbe cambiare tale sistema; dovremmo attuare un'inversione di rotta, diminuendo lo strapotere delle lobbies per restituirlo al cittadino. Una cosa che è bene sapere, anche se tutti sembrano ignorarla, è che i famosi 'soldi delle tasse' non vanno quasi per niente ai migranti; sono destinati ormai più al nostro debito pubblico che non alla sanità. Spero caldamente che questo incontro sia stato un'occasione di riflessione per tutti. Ringrazio Ugo Oberoffer per la stima mostrata nei miei riguardi, invitandomi a presiedere l'incontro nelle vesti di relatore”.