ORNAVASSO – 13-09-2016 – Tutto iniziò il 9 dicembre del 2012 con la visita in camper
– insieme a una famiglia di amici – alla Grotta di Babbo Natale. Da Ornavasso la famiglia di una donna residente a Bergamo, tornò con uno smartphone Blackbery che il figlio quattordicenne aveva detto d’aver rinvenuto sotto una panchina, poco distante dal recinto delle renne e dalla casetta in cui si servivano cioccolata e dolci di mele: “Il cellulare era aperto, senza la batteria e senza la sim card – ha raccontato in aula la donna, che a Verbania è a processo per ricettazione – l’abbiamo tenuto, ho messo prima la mia scheda e, a casa, mio figlio la sua. L’ha usato per un po’ e poi ce lo siamo dimenticato”. A riportar loro alla mente il Blackberry furono i carabinieri, che bussarono alla porta di casa perquisendo l’abitazione alla ricerca dell’apparecchio rintracciato tramite sistemi informatici. La denuncia dello smartphone, appartenente a una volontaria in servizio alla Grotta di Babbo Natale, riferisce circostanze diverse, cioè che il telefonino si trovava all’interno della casetta, su un ripiano vicino al bancone. Nel frattempo però la signora bergamasca ha risarcito il danno e c’è la possibilità che la volontaria ritiri la querela. Per questo motivo il giudice Marta Perazzo ha aggiornato l’udienza al 24 ottobre.
