VERBANIA – 13.09.2016 – Nessun furto in appartamento.
Il giudice del tribunale di Verbania Marta Perazzo ha risolto a favore dell’imputata la vicenda che vedeva coinvolta una donna di Miazzina. Una vicenda strettamente connessa a questioni personali e sentimentali che hanno avuto come protagonista lei, l’uomo che frequentava e la moglie di quest’ultimo, con la quale viveva sotto lo stesso tetto coniugale in una sorta di “separazione casalinga”.
I fatti risalgono all’anno scorso. La donna si recò nell’abitazione dell’”amico” a Cambiasca e suonò il campanello perché voleva parlargli. Lui, che al giudice durante il processo ha detto che stava riposando, non rispose. Lo fece la suocera, che vive al piano di sotto e che, salita la scala interna, gli aprì. La discussione fu breve e si concluse con il diniego dell’anziana a lasciarla entrare. Alla porta ci fu anche un po’ di trambusto. La suocera ha testimoniato in aula, dichiarandolo già in querela, che la signora aveva bloccato l’uscio con un piede e che aveva portato via dall’attaccapanni una giacca a vento e due soprabiti. L’imputata, al contrario, sostiene che quegli indumenti erano caduti all’esterno e che li ha raccolti perché non si sporcassero. Quando i carabinieri, che nel frattempo registrarono la querela, si presentarono a Cambiasca, trovarono in casa della donna gli abiti, che lei stessa consegnò e che tornarono alla legittima proprietaria. Da qui è partito un procedimento per furto in appartamento. Al termine del dibattimento il pm ha chiesto l’assoluzione per la mancanza delle prove del furto, tesi sostenuta anche dall’avvocato difensore Alberto Pelfini, mentre la parte civile – la moglie – costituita con l’avocato Loredana Brizio, ha chiesto la condanna e il risarcimento danni. Condanna negata e processo chiuso con un’assoluzione.