VERBANIA – 14.09.2016 – Il giudice s’è riservato
una decisione sull’ammissione di nuove prove finalizzate a quantificare i danni e se deciderà che può andare bene così, le cause civili contro la città di Verbania e l’European nautic service arriveranno a conclusione. Da oltre un anno nella sezione civile del tribunale si discute delle richieste di risarcimento presentate da numerosi proprietari delle barche inabissatesi nell’ottobre 2013 con l’ex porto turistico di Pallanza. I ricorrenti puntano l’indice contro i due soggetti che avevano una responsabilità diretta: l’ente pubblico che il porto l’ha costruito per conto della Regione e che doveva curarne la manutenzione straordinaria, e la società che aveva vinto il bando pluriennale per la gestione e la manutenzione ordinaria.
Il giudice Mauro D’Urso ha nominato come consulente tecnico d’ufficio l’ingegnere torinese Federico Colacino (addebitando anche la parcella al comune di Verbania), la cui perizia ha evidenziato lacune nelle strutture e nelle manutenzioni, spiegando che l’evento atmosferico che ha causato l’affondamento non fu straordinario, né superiore ai limiti di vento e moto ondoso per i quali la struttura era stata progettata.
Acquisiti gli elementi per una valutazione sulle cause dell’affondamento, nell’udienza di ieri il magistrato ha registrato le richieste degli avvocati di produrre ulteriore documentazione e ascoltare testi che possano stabilire l’ammontare dei danni. Il giudice s’è riservato. Nel caso accettasse, si fisseranno nuove udienze per acquisire prove e testimonianze. Diversamente basterebbero un paio d’udienze al massimo per arrivare a una sentenza di primo grado. Che, verosimilmente, potrebbe anche giungere entro la fine dell’anno.