OMEGNA – 01-09-2020 -- La cerimonia di consegna
del Francobollo d’oro è un must, entrato ormai a pieno diritto negli albi della storia di San Vito e della città di Omegna. Il premio, istituito trent’anni fa dietro l’impulso di Salvatore Viganò e Celeste Barducci, viene tradizionalmente assegnato nel corso della festa di San Vito a un cittadino omegnese che si sia distinto per il suo impegno del tutto disinteressato nel campo sociale o culturale.
Nel tardo pomeriggio di lunedì - l’atteso giorno della consegna - l’emozione era palpabile: in una piazza Beltrami rimessa a nuovo si avvertiva un fremito di attesa, che è culminato in un colossale applauso sparato dal pubblico all’annuncio del vincitore, un nome noto in città: Valentino Alessi. «Conosco Valentino da tanti anni e ricordo ancora i piccoli banchi di beneficenza allestiti con don Giuseppe – ha spiegato Massimo Nobili, presidente del comitato festeggiamenti. La sua attività di volontariato la conosciamo tutti. Quindi complimenti a nome dell’intero comitato di San Vito!».
«Da quando sono sindaco è almeno la seconda volta, in quattro edizioni, che persone legate al mondo cattolico ottengono questo riconoscimento – ha evidenziato il primo cittadino Paolo Marchioni. Valentino l’ho visto costantemente presente a ogni manifestazione omegnese, sia legata alla religiosità sia civile. Plaudo a questo riconoscimento, che riempie di significato l’attività di una persona nel mondo del volontariato, senza il quale tutto il sistema delle istituzioni non riuscirebbe a funzionare, pensando anche al periodo del lockdown». «La città è fatta di pietre, ma la città viva è fatta di pietre vive – ha messo in rilievo il parroco don Gian Mario Lanfranchini. E le persone come Tino, come tanti che nel silenzio spendono il loro tempo per gli altri, costruiscono una città solidale, una civiltà dell’amore». Nel post consegna del francobollo d’or, sono stati omaggiati con quattro targhe i familiari di chi si è impegnato nell’ambito del comitato di San Vito: Mario Camera, Renato Bracchi, Furio Rosetta e i volontari del soccorso di Omegna. Così tutti i partecipanti sono tornati a casa arricchiti da un patrimonio di uomini e donne capaci di fare bene il bene nel silenzio e nella quotidianità.