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VCO - 20-04-2023 -- Tra dieci giorni, esattamente il primo maggio, gli ospedali di Domodossola e Verbania rischierebbero la chiusura di molti reparti. Si tratterebbe, in entrambi i nosocomi, dei reparti di: Neurologia, Urologia, Medicina Interna, Psichiatria, Pediatria, Anestesia-Rianimazione e Radiologia. Sono infatti 57 i medici consulenti e/o gettonisti che non possono più lavorare.
Lo prevede il decreto legge 34 del 30 marzo 2023 nella parte che contiene le disposizioni in materie di salute.
L’articolo 10 specifica che “le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario, possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici solo in caso di necessità e urgenza, in un'unica occasione e senza possibilità di proroga[...].
Inoltre i servizi sanitari possono essere affidati esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri (Dea e pronto soccorso), per un periodo non superiore a dodici mesi [...]”. Sulla base di queste disposizioni di legge sarebbero ben 57 i medici gettonisti non più assoldabili dall'ASL VCO.
Del problema se ne sarebbe parlato recentemente nel Consiglio dei primari alla presenza del Direttore Generale dell’Asl Vco.

La Direzione Generale dell'ASL Vco ridasce che farà tutto il possibile per non arrivare a nessuna chiusra dei repareti anche se sarà necessaria, inevitabilmente, una rimodulazione. Intanto si spera che il Governo porti dei correttivi per un decrteto legge da molti contestato. Visto che il decreto legge parla di danno erariale, continuare a tenere aperti questi reparti con i gettonisti potrebbe portare ad una richiesta nei confronti di chi non applica la legge di rimborso pecuniario.

“Sono molte le perplessità, a livello nazionale di questo decreto - dice il direttore generale dell’Asl Vco Chiara Serpieri - e il dibattito è in corso e speriamo in alcune sostanziali modifiche prima della conversione in legge dei 60 giorni o dell’entrata in vigore del decreto legge dal 1° maggio. Con i direttori delle Strutture stiamo valutando una serie di servizi ritenuti indispensabili da garantire”.
Il Direttore Generale ribadisce che ci sarà, inevitabilmente, una rimodulazione di alcune attività e non si preoccupa del possibile danno erariale. “E bene chiarire che sempre nelle nostre scelte - dice - possiamo incorrere nel danno erariale. Qui sono in gioco diversi interessi che vanno bilanciati fra loro. Calmierare il fenomeno con un regolamento delle esternalizzazione stabilendo un tariffario minimo e massimo sarebbe stata una scelta da fare prima del decreto. Inoltre come azienda, applicando il contratto collettivo di lavoro abbiamo realizzato in passato progetti finalizzati a mantenere il servizio con accordi soddisfacenti per le parti come il caso dell’ortopedia a verbania e della Chirurgia Generale”.

A.C.