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VERBANIA - 28-07-2020 -- L’auto, una Citroen C3

ferma in un vicolo alla periferia di Verbania in una fredda notte del novembre 2018, era sospetta. Così parve subito alla Volante della polizia che, volendoci vedere chiaro, s’avvicinò al veicolo, all’interno del quale vi erano due persone. Ma, nascosti nel vano portaoggetti, vi erano soprattutto 17 ovuli contenenti polvere bianca, imballati in tre involucri mischiati alle cialde del caffè. Quella polvere -stabilirono le analisi di laboratorio- era cocaina, pura al 54%, del peso lordo di 218 grammi e del valore di svariate migliaia di euro.

Stefano Bottaro, domese, era al volante della C3. Accanto aveva Edwin Armando Rodriguez Hiraldo, sudamericano residente a Verbania con precedenti specifici. Entrambi furono arrestati per spaccio di droga, reato per il quale Bottaro ha patteggiato, nel giugno 2019, un anno, dieci mesi e 8.000 euro di multa con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Per la Procura il suo ruolo fu marginale. A corto di denaro, infatti, si sarebbe offerto di accompagnare, dietro il compenso di mille euro, Rodriguez Hiraldo nel Varesotto, per acquistare lo stupefacente che questi avrebbe rivenduto.

Proprio la posizione di quest’ultimo è stata discussa ieri davanti al Tribunale di Verbania, che l’ha condannato a due anni e 500 euro di multa. Il giudice Annalisa Palomba ha riqualificato il reato, riconoscendone la lieve tenuità che ha consentito all’imputato, difeso dall’avvocato Gabriele Pipicelli, di evitare una pena più severa. Il pm Anna Maria Rossi aveva infatti chiesto 6 anni e 26.000 euro di multa, ritenendo Rodriguez Hiraldo lo spacciatore e Bottaro un semplice autista. “Non sapevo ci fosse la droga” – s’è giustificato il sudamericano, dicendo di non averla acquistata dal momento che quel pomeriggio era stato a Sanremo, come confermato dai tabulati delle celle telefoniche. L’accusa ha invece sostenuto che avesse avuto tutto il tempo per acquistare lo stupefacente nel Varesotto.