VERBANIA – 19.01.2016 – Non è un project financing,
ma una concessione demaniale migliorativa la strada imboccata dall’Amministrazione di Verbania per ricostruire il porto turistico di Pallanza affondato l’11 ottobre del 2013. Dopo l'annuncio del sindaco Silvia Marchionini, i disegni svelati svelati dal proponente – la Nautica Bego – e in attesa di una presentazione pubblica, il progetto inizia a muovere i primi passi. Contrariamente a quanto ipotizzato in un primo tempo, la via scelta non è quella della finanza di progetto. Non ci sarà cioè, come per il forno crematorio, una gara pubblica vera e propria che metterà il privato proponente in concorrenza con altri potenziali imprenditori interessati.
Il nuovo porto, infatti, sarà l’ideale prolungamento del contiguo cantiere nautico, al quale sarà strettamente legato e insieme al quale diventerà un polo non solo del diporto, ma anche dei servizi tecnici (cantiere, officina, rimessaggio…) e turistici (ristorante, posti letto, bar, piscina…). Attualmente la Nautica Bego possiede i capannoni e gli edifici retrostanti il lago, tra il porto e il comando provinciale dei carabinieri. E ha in concessione dal demanio lo specchio di lago e la fascia costiera dove svolge l’attività di cantiere.
Al Comune il privato ha presentato una proposta che, riassunta per sommi capi, suona così: dammi in concessione la riva e i ruderi dell’ex porto (che la Regione aveva però dichiarato di interesse regionale, sottraendolo al demanio dei comuni associati), io lo ricostruisco a mie spese (l’ipotesi è 14 milioni di euro complessivi), lo gestisco per un certo periodo di anni (una trentina) e poi restituisco le aree demaniali al Comune al termine del contratto. Il punto di forza della Nautica Bego è che nessuno può avanzare una proposta simile – non ci sono altri “vicini” – e che l’unione della parte pubblica e di quella privata porta in dote un grande polo nautica e può garantire molti più servizi di quelli del porto affondato, perché gli spazi sono di gran lunga maggiori. In quest’ottica i progettisti hanno ragionato su due blocchi (quello su suolo pubblico, quello su terreno privato) distinti ma legati, che un domani potrebbero essere separati.
La procedura, che in questo modo sarebbe molto più breve, è stata messa nero su bianco dalla giunta Marchionini, che ha fatto propria la proposta e ha dato indirizzo al dirigente di: 1) verificare la possibilità di concessione in miglioramento e, se sì, di accelerare sulle pratiche, 2) informare di eventuali osservazioni che potrebbero arrivare quando la proposta sarà pubblicata come da regolamento regionale, 3) stoppare l’ipotesi di project financing che il 21 dicembre il Consiglio comunale ha approvato come obiettivo all’interno del Documento unico di programmazione.