VCO - 17-05-2021 - Mario Draghi, i ministri di Interno, Salute, Esteri, Sviluppo economico; il Consiglio di stato ticinese, gli assessori al commercio di Lombardia e Piemonte, i prefetti di VCO, Como e Varese, nonché parlamentari e senatori dei territori di confine sono i destinatari della lettera partita nei giorni scorsi da VCO, Como e Varese. A inviarla, i presidenti locali di Ascom-Confcommercio, Massimo Sartoretti (VCO), Giorgio Angelucci (Va), Giovanni Ciceri (Co). Oggetto della missiva, la riapertura delle frontiere, chiuse dal 10 dicembre 2020, data dalla quale l'ingresso in Italia da parte dei cittadini elvetici è consentito solo per motivi straordinari e non certo per il tradizionale shopping. "L’economia delle aree di confine è strettamente dipendente dalla Svizzera sia per il flusso dei frontalieri italiani che lavorano oltre confine, sia per il rilevante numero dei consumatori elvetici che arrivano ogni giorno in Italia per fare acquisti - si legge -.
Parliamo di un tessuto economico fragile costituito perlopiù da micro e piccole imprese di commercio, turismo, servizi, terziario, artigianato e professioni. In buona parte aziende a conduzione familiare in forte sofferenza a causa delle restrizioni alle aperture, degli insufficienti contributi pubblici, dell’isolamento dalla Svizzera, che costituisce, lo ribadiamo, un bacino di clienti fondamentale per la nostra economia.
La situazione richiede interventi urgenti ed eccezionali. Per questo ci si permette di sollecitare, tenuto anche conto del miglioramento della situazione sanitaria complessiva e dell’avanzamento della campagna vaccinale, affinché si intervenga presso le Autorità elvetiche al fine di prevedere ingressi agevolati dalla Svizzera all’Italia, quantomeno a distanza massima di 30 km dal confine, eventualmente per un arco orario definito e comunque nel rispetto delle norme di prevenzione alle quali tutte le nostre imprese da sempre con rigore si attengono.
Diversamente i danni rischiano di diventare irreversibili con conseguenze economiche e sociali non prevedibili e con un impoverimento di territori tenuti vivi anche proprio da quelle piccole imprese che non ci saranno più".