ROMA - 15-07-2021 -- I fatti sono tutti prescritti e, per chi la prescrizione non l’ha eccepita, c’è la definitiva assoluzione. Sono passati otto anni e mezzo dal crac di Spl, la società che il comune di Omegna aveva creato per gestire gli impianti sportivi di Bagnella (piscina, palazzetto dello sport, lido). La risposta dell’allora giunta di centrosinistra guidata da Alberto Buzio di fronte al continuo deficit che il centro sportivo produceva annualmente nel bilancio del Comune, era stata la creazione di una municipalizzata: un soggetto esterno, autonomo, privato ma con socio unico il pubblico.
Anche al di fuori del perimetro dell’ente pubblico, la gestione non andò meglio e, nel dicembre del 2012, il Tribunale di Verbania dichiarò il fallimento della società. La Procura aprì quindi un’inchiesta (poi archiviata) per bancarotta, e della questione -anche dopo che Omegna aveva risarcito Spl con 120.000 euro- s’occupò la Corte dei Conti. Che, in via definitiva, nei giorni scorsi ha scritto la parola fine, negando che 11 dei 18 imputati (amministratori della società, amministratori del Comune, dirigenti, funzionari e revisori dei conti) debbano risarcire un danno erariale stimato in poco più di un milione di euro.
Già a Torino i magistrati contabili avevano respinto le richieste dell’accusa, anche se in primo grado in sette avevano scelto il rito abbreviato, cioè avevano concordato una sanzione da pagare. Questa è stata la decisione di Sergio Possidoni, Luca Capotosti, Andrea Banone, Marco Fantini, Giuseppina Stamato, Sergio Bisoglio e Antonio Quaretta.
Gli altri sono andati a giudizio con accuse che, a seconda dei ruoli, andavano dalla mala gestio all’omesso controllo.
Germano Visconti, Davide Ricchetti, Enrico Dago, Massimo Nobili, Benedetto Madeo, Paolo Comune, Marco Stoppini, Marco Pasini, Aldo Melloni ed Alberto Buzio hanno eccepito che, tra il momento del giudizio e quello dei fatti che hanno determinato contestazioni sono trascorsi più dei cinque anni che la legge indica come termine per la prescrizione.
Al di là di ciò, tuttavia, il collegio è entrato nel merito della questione perché uno di loro, Rudi Baldioli, ex amministratore e poi direttore, non ha sollevato l’improcedibilità. E, circa le accuse, è giunto alla conclusione che non sussiste danno erariale, che la Procura non abbia addotto prove sufficienti e che non abbia nemmeno specificato come sia giunta alla ripartizione percentuale del danno tra i vari imputati.