
“Non esistono innocenti, soltanto colpevoli non ancora scoperti”. Questa è una frase pronunciata qualche tempo fa dal dottor Piercamillo Davigo. Oggi l’ex componente del Csm è indagato a Brescia per violazione del segreto istruttorio, reato piuttosto grave per un magistrato. Della vicenda giudiziaria si occupano i pm chiamati a verificare se siano stati commessi o meno dei reati dall’uomo che, un giorno sì e l’altro pure, veste in televisione i panni del pubblico fustigatore.
Alcune riflessioni vanno fatte, su altri piani. Il primo. Se si applicasse il principio enunciato dal dottor Davigo al suo caso, lo stesso dovrebbe già essere considerato colpevole. Il secondo. Quando si dibatte sui mezzi di informazione occorrerebbe parlare del merito delle cose, astenendosi il più possibile dal dare giudizi morali. Sotto questo aspetto, non ho mai condivido l’approccio del dottor Davigo e rilevo che, a seguire la sua impostazione, facilmente qualcuno potrebbe dare giudizi su di lui. Il terzo. Se esistono delle regole, queste vanno rispettate da tutti. Il meccanismo che porta a legittimare due pesi e due misure in base ad una presunta superiorità morale, infatti, è molto pericoloso.
Buona domenica e buona settimana.
Roberto Cota