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VERBANIA - 27-09-2021 - Una targa a ricordo di coloro che persero la vita nel piroscafo Milano, il 27 settembre del 1944, 77 anni fa. E' stata posata ieri a Villa Giulia, là dove sorge il cippo che ricorda l'affondamento. Un monumento sormontato da un gancio di metallo portato in superficie del relitto del battello (era l’attrezzo con cui il fuochista ripuliva la caldaia del motore) al quale è stata affiancata la targa commemorativa, voluta dal Comitato 10 Febbraio con la collaborazione del Comune di Verbania e il patrocinio della Provincia del VCO.

“Ringraziamo il Sindaco Silvia Marchionini e il comune di Verbania rappresentato quest’oggi dall’assessore Giorgio Comoli, la provincia del VCO, la Prefettura del VCO, la questura, l’arma dei carabinieri e il comando della polizia municipale di Verbania e la delegazione del consiglio comunale con i consiglieri Zucco, Immovilli e Tigano ed in fine il Prof. Milesi (che durante la cerimonia ha suonato il silenzio)” le parole del vicepresidente del copmitato, Francesco Sirtori
La commemorazione è avvenuta a pochi giorni dalla scomparsa a 93 anni, di Gian Piero Baggiolini, esercente di Pallanza e probabilmente l'ultimo testimone dei fatti. LO hanno ricordato i partecipanti. Il presidente Fabio Volpe ha espresso piena soddisfazione da parte del comitato, per il fatto che da due anni a questa parte le celebrazioni siano divenute istituzionali, "il nostro pensiero va alle vittime di questa triste storia
cittadina" ha sottolineato l’assessore Comoli, entrambi nel contempo hanno espresso parole di condanna contro ogni
forma di violenza contro la vita umana.
27 settembre 1944: nonostante il divieto imposto dalla Navigazione Lago Maggiore, il comandante del Milano salpa da Laveno per trasbordare i passeggeri a Intra. A bordo alcuni militari della Guardia nazionale repubblicana. Si temo attacchi arei, come quello che il giorno precedente ha provocato morti civili a Intra. E così accade. Il piroscafo, mitragliato dagli Alleati va in fiamme andando alla deriva sino alla Castagnola col suo carico di vite umane. Qualcuno riesce a salvarsi, altri - si parla di 26 persone ma il numero resta imprecisato - moriranno ancor prima che lo scafo si inabissi. Solamente pochi anni fa il relitto è stato rintracciato a 235 metri di profondità poso distante dalla punta della Castagnola dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
 
 
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