VERBANIA - 07-12-2021 -- Una spinta e le minacce davanti ai figli. Nasce nel contesto di una difficile separazione, con code giudiziarie, l’episodio dell’estate del 2018 per il quale un uomo residente nel Verbano e l’anziano padre sono stati condannati dal Tribunale di Verbania, rispettivamente per lesioni e per minacce. Sei mesi al primo, due al secondo, entrambi con il beneficio della sospensione condizionale, sono le pene stabilite dal giudice che non ha riconosciuto la ricostruzione dei due, né ha escluso l’aggravante della presenza dei figli minori. “Che non sono rimasti turbati – ha detto l’avvocato della difesa – e non si sono quasi accorti di quanto accaduto”.
Il fatto, secondo la ricostruzione della Procura, è uno spintone. L’ex marito spinse la mamma dei suoi figli con violenza, facendola cadere su una panchina dell’ufficio-deposito che si trova al piano inferiore dello stabile dove la donna, separata, vive con i figli. Mezzora dopo lei andò dal medico curante raccontando la situazione e facendo certificare lesioni con prognosi di 30 giorni che un perito nominato dal Tribunale ha dimezzando affermando la compatibilità della diagnosi con i fatti contestati. Il padre, invece, l’avrebbe minacciata di morte in presenza dei nipoti, facendo il gesto di tagliarle la gola.
I due si sono difesi, uno ridimensionando la spinta all'invito ad uscire dai locali - "l'ho messa alla porta prendendole il gomito"; l'altro negando le frasi minacciose.
Dietro questa acredine, oltre alle modalità di gestione dei figli, che l’ex marito quel giorno doveva portare a casa sua, ci sono ragioni economiche e personali, che hanno visto innescare una causa civile sui costi della casa coniugale finanziata dai genitori di lui; e un procedimento per stalking in cui l’imputato è parte offesa del nuovo compagno di lei.
In mancanza di testimoni oculari, il giudice ha creduto al racconto della donna, condannando l’anziano per minacce a due mesi e il figlio a sei per le lesioni.