VERBANIA - 11-12-2021 -- Nello smartphone che gli fu rubato al distributore di benzina c’erano le foto e i video della moglie che era da poco scomparsa. È per questo motivo, per il valore affettivo della refurtiva più che per quello economico, che un artigiano cusiano s’è costituito parte civile nel processo che ha visto alla sbarra un uomo noto alle forze dell’ordine per altri episodi simili legati al consumo di sostanze stupefacenti. Le immagini della videosorveglianza interna all’impianto mostrano mentre fruga nel borsello dell’artigiano. Del telefonino, anche dopo l’intervento dei carabinieri, non è mai stata trovata traccia e, probabilmente, è stato subito ceduto, forse – come ha detto il pm Chiara Radica chiedendo la condanna a un anno di reclusione – per procurarsi la droga. Il giudice l’ha ritenuto colpevole e l’ha condannato a 8 mesi e 200 euro di multa, oltre al risarcimento di 500 euro che -se verrà corrisposto- non sarà comunque sufficiente a restituire al derubato i ricordi contenuti nella memoria dello smartphone.