LAGO D’ORTA- 09-02-2022-- Un approccio sostenibile, biologico e digitale sperimentale che consente di monitorare l’inquinamento delle acque del lago d’Orta e fare un risanamento localizzato dei sedimenti. Questo in estrema sintesi può essere definito il progetto RisOrta, promosso da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, gestito da Irsa Cnr di Verbania Pallanza e reso possibile grazie al contributo di FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “I Luoghi del Cuore”. Tra i partner il Comune di Orta San Giulio co-finanziatore del progetto e con la partecipazione di Fantini Rubinetti e Fondazione Comunità Novarese onlus per l’erogazione di una borsa di ricerca.
Protagonista del progetto è lal cozza del Lago d’Orta, il cui nome tecnico è Unio elongatulus, che diventa biosentinella di allarme dell’ambiente per il progetto di biomonitoraggio attivo e risanamento dei sedimenti delle aree costiere dove sarà previsto il posizionamento di questi molluschi dalle riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni.
I bivalvi sono una classe di molluschi filtratori che vivono infossati nei sedimenti dei fondali. Le specie di acqua dolce hanno un grande impatto sulla qualità degli ecosistemi lacustri e fluviali. Come filtratori di grandi volumi d’acqua svolgono la funzione di depuratori naturali, rimuovendo anche sostanze tossiche grazie alla capacità di accumularle e depositarle nei loro organi in forma non tossica. Oltre a questo, migliorano le condizioni dei sedimenti e rendono l’habitat più idoneo anche per altre specie aumentando la biodiversità dell’ecosistema. Il ripopolamento spontaneo nel Lago d’Orta della specie nativa Unio elongatulus, scomparsa all’inizio del secolo scorso a causa del grave inquinamento, ha attratto l’interesse degli esperti perché sono estremamente rari i casi di ripopolamento spontaneo dopo alterazioni così devastanti dell'ecosistema.
La zona dedicata sarà l’area di Bagnera d’Orta, dove si trova una delle spiagge più frequentate. Successivamente, sulla base degli esiti del progetto e grazie al reperimento di nuovi finanziamenti, l'attività potrà essere auspicabilmente estesa a tutte le sponde del lago. I monitoraggi dei molluschi traslocati verranno effettuati a distanza di 1 mese, 6 mesi, e 1 anno dall’impianto. Per facilitarne la localizzazione al fine del controllo periodico delle loro condizioni di salute, questi saranno provvisti di un microchip. In caso di risposta comportamentale alterata si provvederà all’ispezione immediata e alla contestuale raccolta di campioni di acqua per analisi. Verranno, inoltre, regolarmente controllati a campione alcuni molluschi per l’analisi dell’accumulo dei metalli.
L’approccio biologico di questo studio pilota intende fornire una soluzione sostenibile anche dal punto economico e altamente tecnologica, perché i molluschi saranno provvisti di sensori che consentono di misurare in tempo reale le loro risposte alle condizioni ambientali. I dati sul comportamento delle cozze verranno inviati digitalmente al CNR per monitorare in continuo le condizioni dell’ambiente e rilevare immediatamente eventuali anomalie o immissioni di sostanze inquinanti.
Il progetto, che per la parte tecnico scientifica è gestito dalla dott.sa Nicoletta Riccardi, ricercatrice di IRSA CNR di Verbania, prevede la reintroduzione dei molluschi lungo una porzione del perimetro del lago d’Orta. Attualmente, la popolazione di molluschi è limitata a una sola porzione del litorale del lago e la ricolonizzazione spontanea delle altre zone litorali richiederebbe tempi molto lunghi. RisOrta prevede di accelerare la colonizzazione di altre aree litorali traslocando molluschi della stessa specie prelevati dai laghi limitrofi. Le attività di raccolta e traslocazione dei bivalvi saranno realizzate con il supporto volontario di alcune realtà associative della comunità locale. Questo contribuirà ad accelerare la depurazione dei sedimenti e a favorire il ripopolamento di altre specie grazie al miglioramento delle condizioni dell’habitat. Successivamente, seguirà il biomonitoraggio attivo e in tempo reale dello stato ecologico dell’acqua per il rilevamento e l’identificazione immediata di eventuali immissioni di contaminanti, grazie all’installazione di gabbie contenenti molluschi provvisti di sensori per il rilevamento di anomalie del comportamento. Questo sistema di monitoraggio fa parte di una metodologia sempre più in uso per la sua affidabilità e semplicità di applicazione che rientra nei cosiddetti “BEWS: Biological Early Warning Systems”.