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VERBANIA - 18-02-2022 -- Quattro anni e quattro mesi. È pesante la condanna che la procuratrice capo di Verbania, Olimpia Bossi, ha chiesto per Lorenzo Ferrulli, fino a metà 2019 dirigente dell’Unep – Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti del tribunale di Verbania.

L’ex coordinatore degli ufficiali giudiziari, attualmente in servizio a Vercelli, è accusato di peculato, truffa e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Si sarebbe appropriato di somme di poco superiori ai 20.000 euro in un periodo compreso tra il 2018 e il 2019.

Secondo la Procura ha alterato i registri dell’ufficio evitando di annotare alcune notifiche e, in più, avrebbe operato consistenti prelievi al bancomat (circa 8.000 euro) di denaro senza giustificazioni.

L’Unep opera per conto del ministero della Giustizia e di altri enti e privati. Riceve l’incarico di notificare atti di procedimenti penali e civili (ingiunzioni, sfratti, citazioni…) a cui provvedono i suoi componenti e, per questi servizi, riceve un pagamento composto da due voci: quella che va allo Stato e quella che, aggiungendosi allo stipendio degli ufficiali giudiziari, concorre a formarne il reddito.

Il peculato è contestato a Ferrulli per quella parte di denaro pubblico che avrebbe distratto allo Stato. La truffa è verso i sei colleghi, cinque dei quali costituitisi parte civile (quattro con l’avvocato Giuseppe Russo, uno con l’avvocato Giorgio Legnazzi), ai quali sono stati negati i diritti delle notifiche.

Successivamente alla prima udienza del processo che si sta celebrando con rito abbreviato, l’imputato, difeso dagli avvocati Domenico Capristo e Marco Gagliardini, ha versato agli ex colleghi un risarcimento, per la truffa, di 2.100 euro ciascuno, che è stato accettato a titolo di acconto.

Nel chiederne la severa condanna (4 anni e 4 mesi comprende già lo sconto di un terzo della pena previsto per chi sceglie il rito abbreviato), la procuratrice Bossi ha sottolineato la gravità dei comportamenti e il dolo dimostrato dall’aver alterato i registri, una falsificazione finalizzata a commettere gli altri reati. Ferrulli, che a lungo ha parlato nella penultima udienza, riconduce gli ammanchi a errori materiali, a una contabilità mal tenuta che già aveva ereditato e alla quale ha cercato di porre rimedio.

I cinque ex colleghi che chiedono il risarcimento sono le uniche parti civili costituite. I ministeri dell’Economia e della Giustizia, individuati parti offese dalla Procura, non l’hanno fatto.