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VERBANIA – 03.04.2016 – “Il progetto del porto?

Va avanti, ma politica e burocrazia devono starne fuori”. Annunciato a gennaio direttamente dall’Amministrazione comunale e lanciato verso un rapido iter autorizzativo, il progetto per la ricostruzione del porto turistico affondato nell’ottobre 2013 è sparito dai radar e dalle cronache locali, salvo ricomparire incidentalmente la scorsa settimana, quando del porto s’è tornati a parlare per la sentenza del Tar che ha restituito parte della concessione all’European nautic service. “È stata un po’ una sorpresa – dice Maurizio Bego, titolare dell’omonima società nautica promotore del progetto di ricostruzione –. Solo quindici giorni prima eravamo stati rassicurati dal Comune sulla procedura, che è partita, va avanti e speriamo arrivi a conclusione”. Bego non entra nel merito della sentenza, ma ci tiene a tener distinte le questioni vecchie e nuove del porto. “Un conto è quello che è accaduto: l’affondamento, le polemiche, le cause e tutto il resto, che non mi riguardano. Un conto è quello che abbiamo intenzione di fare, che non c’entra nulla e che è un’iniziativa imprenditoriale privata che, credo, può essere un valore aggiunto per questa città ma che non deve avere a che fare con la politica”.

Il messaggio, chiaro, è rivolto a tutti. “Non ci devono essere meriti o demeriti – chiarisce – e non vogliamo avere a che fare nelle polemiche di chi è favorevole o contrario. Sono proprietario del cantiere vicino, ho intravisto la possibilità di realizzare nuove infrastrutture sulla mia parte come albergo, ristorante e piscina, allargando la concessione a quella zona che porto non è più e, con un grande sforzo economico, realizzare un progetto molto ambizioso”.

La formula scelta per questa operazione è la concessione in miglioria. Avendo già una concessione demaniale per il cantiere contiguo, la Nautica Bego ha chiesto di allargarla all’ex porto, impegnandosi alla ricostruzione e ottenendo in cambio una concessione trentennale al termine della quale l’area tornerà al pubblico. “Abbiamo studiato a lungo questa soluzione, interpellando avvocati specializzati: si può fare e ci siamo mossi”. A che punto è la pratica? “Il Comune ci ha invitato a andare avanti e a produrre, oltre la concessione, ulteriore documentazione, integrando il progetto dal punto di vista ingegneristico e edilizio”, risponde. I tempi? “I tempi sono un problema, nel senso che non possono essere lunghissimi – spiega Bego –. Lavoro con fondi internazionali che hanno programmazioni semestrali. Sto investendo molto già in questa fase con i migliori specialisti del settore e devo naturalmente fare i conti con la burocrazia. Mi dicono che ci vorrà qualche mese, io sono più prudente e, se non ci saranno problemi, confido che si possa chiudere entro l’anno. Poi ci vorranno quasi due anni di cantiere. Ci tengo a realizzare qualcosa di grande, bello e importante e non vorrei rinunciare per complicazioni che vengono dall’esterno”.