VERBANIA - 02-10-2024 -- Colpa del guidatore che non è stato accorto o un azzardo del ciclista che percorreva senza dispositivi luminosi o catarifrangenti una galleria al buio? È questo il quesito rimesso al giudice Beatrice Alesci, chiamata a vagliare l’accusa di lesioni stradali per cui è imputato il dipendente di una società privata di sicurezza che, al volante di un furgone blindato, il 25 maggio del 2018, investì un ciclista che stava percorrendo una galleria sulla statale 337 della Valle Vigezzo.
Entrambi i mezzi viaggiavano nel medesimo senso di marcia, in salita. Il cicloamatore, residente in provincia, aveva imboccato quel viadotto all’esterno del quale un cartello vietava (vieta tuttora) il transito ai ciclisti nel caso l’illuminazione sia spenta. Prima di concluderlo fu urtato dallo specchietto retrovisore destro del mezzo pesante, che consegnava soldi agli uffici postali della valle e a bordo del quale viaggiavano l’autista e il capomacchina, seduto al suo fianco. Nessuno di loro si accorse dell’urto, se non quando, più avanti nel tragitto, un automobilista fece loro cenno di fermarsi e, appreso il fatto, tornarono in dietro.
Il ciclista ferito, che ha riportato traumi di una certa gravità con un’invalidità del 6-7%, seppur dolorante riuscì a chiamare il numero unico di emergenza, facendo intervenire oltre all’ambulanza, i carabinieri.
Nel corso del processo i militari hanno testimoniato che, al loro passaggio, le luci della galleria fossero spente. La stessa affermazione è condivisa dall’equipaggio del blindato, mentre un teste della difesa sostiene che la luce fosse fioca e che, pur a una distanza di una quarantina di metri, vide il sinistro e l’urto tra lo specchietto del furgone e il braccio de ciclista, che ruzzolò a terra.
La Procura, che già aveva chiesto l’archiviazione in fase di indagini – è stato il gip, su opposizione della parte offesa, a disporre il rinvio a giudizio – ha ribadito la propria posizione, col pm che ha chiesto l’assoluzione, supportato dalla difesa dell’imputato e dal responsabile civile, la compagnia di assicurazione del furgone. Per il legale del ciclista ferito i danni sono rilevanti e, solo di spese mediche documentate, superano i 7.000 euro. Il giudice ha rinviato per repliche e sentenza.