VERBANIA - 16-10-2024 -- “Quel pagamento non viene dal mio conto, né la firma sull’assegno è mia: io e mia moglie abbiamo disconosciuto tutte le firme”. Così il cliente “beneficiato” dall’ex assicuratore, ha raccontato al giudice di come si sia ritrovato saldato quel “buco” che s’era creato a sua insaputa, perché lui i premi delle polizze vita li aveva pagati come gli era stato indicato ma il subagente li aveva trattenuti per sé.
Supera i 200.000 euro la somma che viene addebitata a un presunto assicuratore infedele, 45enne all’epoca dei fatti – le contestazioni vanno dal 2015 al 2019 – che operava a Omegna e che ora s’è trasferito in Calabria. Secondo l’accusa e i diciannove clienti che l’hanno denunciato, sarebbe responsabile di truffa aggravata, avendo nel corso del tempo carpito la buona fede dei suoi clienti e, attivando polizze vita ad accumulo, si sarebbe trattenuto i premi da questi versati.
Il procedimento penale è in corso al Tribunale di Verbania e sconta, per diverse vicende tra cui il cambio del giudice, un certo ritardo rispetto alle contestazioni, tanto che alcuni dei capi di imputazione sono già prescritti. In aula è stata ricostruita la vicenda, partita dalle segnalazioni di alcuni clienti nel 2017 che, rivolgendosi alla compagnia, avevano appreso che le polizze che credevano di aver stipulato, in realtà erano inesistenti. Era stato l’agente mandatario, che lo aveva ingaggiato due anni prima, offrendogli un contratto da collaboratore dopo che aveva lavorato come dipendente in un’altra agenzia, ad accorgersene, allontanandolo e denunciandolo a sua volta. L’istruttoria dibattimentale è agli sgoccioli e l’imputato, che non ha mai presenziato il processo, tramite i suoi legali ha manifestato l’intenzione di rinunciare a essere interrogato. Potrebbe rilasciare spontanee dichiarazioni a dicembre, nell’ultima udienza per ascoltare i testi, o a febbraio, quando verrà pronunciata sentenza di primo grado.
Alcuni tra i truffati si sono costituiti parte civile. Un eventuale pronunciamento loro favorevole, in termini di risarcimento e stralciati i capi di imputazione prescritti, potrebbe permettergli di recuperare qualcosa perché, qualora si andasse in Appello, il rischio che tutte le accuse siano dichiarate prescritte, è alto.