VERBANIA – 16.09.2016 – Un lungo racconto
di dichiarazioni spontanee per precisare, spiegare, ribattere e negare con decisione di essere l’autrice dello stalking ai vicini di casa. Così Antonina Coppola, infermiera in Svizzera, s’è difesa oggi in tribunale nel processo che la vede imputata insieme al marito Giuseppe Vasile per atti persecutori contro la coppia residente al piano di sotto di una palazzina di via alla Morena, a Trobaso. Secondo l’accusa i due hanno gettato nel giardino di sotto peli e escrementi animali, scosso le tovaglie, rovesciato acqua e disturbato volontariamente i vicini tra il 2013 e il 2014. “Lavoro in Svizzera e sono fuori di casa dodici ore al giorno, come potrei disturbare?”, ha spiegato al giudice, negando di usare la lavatrice di notte “non ho neanche la lavastoviglie, stendo sulle scale interne e poi mi disturberei da sola perché è vicino alla camera”; di gettare peli e escrementi animali “abbiamo una rete sul balcone, stiamo attenti, se qualcosa è caduto è stato involontariamente”; o l’acqua “non tengo più neanche i fiori”; e di camminare coi tacchi “ho avuto una brutta frattura alla caviglia e non posso portare i tacchi”. Nel suo racconto ha confermato i cattivi rapporti con i vicini - iniziati per la posa di una fontanella e proseguiti con l’installazione della canna fumaria esterna al palazzo - dei quali comunque soffre: “ho cambiato le mie abitudini, non sono più tranquilla, sto attenta a non disturbare, guardo spesso fuori per vedere se qualcosa è caduto dal balcone”.
Nel processo, oltre al più grave reato di stalking, il marito è però anche imputato di furto di corrispondenza per aver estratto lettere dalla cassetta dei vicini con un legnetto, anche durante le riprese della polizia che aveva ricevuto la denuncia. In chiusura di dibattimento il pm Guido Dell’Agnola ha annunciato la richiesta di estendere questo secondo capo d’imputazione allargandolo alla soppressione della corrispondenza. Si contestano a Vasile non solo gli episodi per i quali c’è stato il riscontro investigativo, ma anche quelli precedenti dei mesi addietro, quando i vicini denunciarono la sparizione di bollette e fatture. Questa circostanza secondo l’accusa è stata evidenziata durante il processo. L’avvocato della difesa, Massimo Vairetti, s’è opposto alla richiesta, ma il giudice Rosa Maria Fornelli l’ha accettata, concedendo agli imputati il tempo per approntare una nuova strategia difensiva, produrre prove e eventualmente chiedere un rito alternativo. Di questo si discuterà il prossimo 7 ottobre.