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staiti cuddia

LESA – 03.03.2017 – Il suo “buen ritiro”

era a Lesa, sul Lago Maggiore, dove aveva casa la moglie Ivonne e dove domani alcuni amici lo ricorderanno. La sua platea, lui che era siciliano di origine ma nato a Vercelli, sono stati Milano, Roma e l’agone politico frequentato con un solo colore e una sola idea: quella del Movimento sociale italiano. A 84 anni s’è spento a Milano, stroncato da un infarto, Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse. Aveva ascendenze nobiliari – il cognome è quello di una baronia siciliana – e dagli anni ’50 in poi è stato uno dei volti più conosciuti della Destra italiana. Il “Barone nero”, come veniva chiamato, è stata una delle figure più in vista nel panorama politico di destra. Bello, colto, carismatico, sanguigno, anticonformista e sempre coerente con le sue idee, ha vissuto la sua militanza senza guardare in faccia a nessuno. Allievo di Pino Romualdi, si scontrò con Almirante, con Rauti, fu rivale di La Russa a Milano – dove è stato consigliere comunale, ma s’è seduto per 15 anni anche sugli scranni del parlamento – e ebbe un rapporto conflittuale con Fini, non aderendo mai a Alleanza nazionale e militando, dalla fine del partito in poi (non è azzardato definirlo uno degli ultimi missini), in diverse formazioni di destra, sino a Futuro e libertà.