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fermato vigili

VERBANIA – 12-11-2020 -- Il video, che dura 1’27”,

ha avuto una fugace apparizione su Facebook ma è diventato virale nelle chat di Telegram, Whatsapp e Messenger. L’ha girato con lo smartphone una donna residente a Pallanza che, alle 18 di ieri, passava in piazza Gramsci, durante il controllo della polizia municipale che s’è concluso con un 45enne ammanettato, portato via e denunciato. Documenta l’ultima parte dell’intervento dei vigili, quando il fermato è già tenuto bloccato a forza da quattro agenti (di due pattuglie, di cui una giunta in rinforzo) contro il muro compreso tra le vetrine della facciata d’un palazzo. Appare, se non tranquillo -si percepiscono brandelli di dialogo mentre un vigile alza la voce- quantomeno inerte, quasi rassegnato. Gli stanno serrando le manette ai polsi trattenuti dietro la schiena e, da lì a pochi secondi, salirà sulla vettura di servizio della municipale.

La scena, avvenuta sotto gli occhi di diverse persone, già in serata inizia a circolare sulle bacheche di Facebook, pubblicata da un utente del social network che lavora nel settore dei locali pubblici e dell’intrattenimento. Viene condivisa da numerosi amici, il tam-tam mediatico la moltiplica e i commenti si sprecano. Chi ha postato il video parla di un intervento spropositato, incomprensibile, sarcasticamente definito in “stile Avengers”. In poche decine di minuti la bacheca diventa un ring mediatico in cui si scontrano coloro che accusano la polizia municipale di aver calcato la mano con epiteti quali “fuori di testa”, “pagliacci”, “vergogna!”, “che schifo!”; contro chi -anche perché nel frattempo escono sui media notizie che meglio chiariscono il contesto- invita alla prudenza o contrattacca prendendosela con gli accusatori e i loro pregiudizi.

La discussione, come spesso succede sui social network, deraglia e il post viene rimosso, anche perché il rischio di querele è altissimo. Ma, ormai, la diffusione del video è inarrestabile e il giorno dopo, cioè oggi, a Verbania è tra i primi temi di discussione.

Il comportamento del fermato è al vaglio della magistratura. Sarà la Procura, acquisiti gli atti, a deciderne le sorti e spetterà a lui, se si riterrà vittima di un eccesso di potere, l'eventuale decisione di agire in senso opposto. A prescindere dalle sentenze che i vari utenti dei social hanno già emesso (e cancellato).