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VERBANIA - 20-09-2024 -- Ha presentato un’offerta di risarcimento reale, restituendo 300 euro a fronte di una contestazione di 230 e, così, ha estinto il reato. Ha evitato il processo prima che iniziasse il 57enne di origine siciliana - residente nel Milanese - che i carabinieri della stazione di Gravellona Toce ritengono sia uno dei responsabili della spaccata messa a segno nel novembre del 2022 in un negozio di alimentari della cittadina. Con precedenti di polizia e penali specifici per svariati episodi di furto, è finito a giudizio per un indizio che, involontariamente, ha fornito lui agli inquirenti.

Che qualcuno si fosse introdotto nottetempo nella bottega, l’aveva rilevato il marito della titolare, che vi era entrato nel giorno di chiusura per prendere alcuni generi alimentari da utilizzare in casa. Aveva notato un freezer spostato e alcuni oggetti fuori posto. All’occhio più esperto della moglie s’erano rivelati gli indirizzi di un furto: la porta sul retro aperta, il fondo cassa di 30 euro in monetine sparito, numerosi salumi che non erano più negli scaffali.

Ai carabinieri la donna spiegò l’accaduto e le indagini iniziarono dalle immagini delle telecamere acquisite dalla tabaccheria vicina, la cui scarsa qualità di nitidezza – specialmente di notte – non fornì dettagli precisi, se non la conferma della spaccata, immortalata nel momento in cui verso mezzanotte una Opel Mokka posteggia nei pressi del negozio. Da essa scendono due persone che, dopo aver forzato la porta a spintoni, escono dopo qualche minuto: uno a mani vuote, e uno con un fagotto.

A mettere i carabinieri sulla strada dell’imputato fu la stessa telecamera, ma in orario e inquadratura diversi perché, prima di forzare la porta, uno dei due ladri acquistò sigarette al distributore automatico, certificando la maggiore età col codice fiscale e, quindi, con le proprie generalità.

Se è vero che gli elementi di prova erano indiziari, il pedigree criminale del siciliano della provincia di Milano avrebbe potuto portare a una condanna, motivo per cui la difesa ha scelto la via del risarcimento che, superiore alla somma contestata (i 30 euro di fondo cassa e 200 euro di salumi), ha permesso al giudice di dichiarare estinto il reato.