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VILLADOSSOLA - 21-9-2024 -- L'ultimo tavolo di concertazione sulla gestione del lupo, inserito del progetto europeo WolfAlps e che ha visto riuniti i portatori di interesse (parchi, istituzioni, allevatori), ha visto la partecipazione particolarmente critica degli alelvatori. Riuniti in vaierie associazione, le loro richieste sono drastiche e rispetto incontri di concertazione sono molto critici.

Di seguito il testo che riassume le conclusioni degli allevatori.

Ringraziamo gli organizzatori di questo tavolo per aver dato modo a noi allevatori, di
esprimere la nostra opinione.
Come ben sapete, anche dalle due lettere inviate ed allegate agli atti dei precedenti
incontri, noi allevatori (sia come singoli o riuniti nei comitati ed associazioni che ci
rappresentano), non abbiamo mai voluto partecipare a questo tavolo di concertazione
per due motivi. In primis perché è sotto il capello del progetto Life WolfAlps, che
finalmente oggi arriva al capitolo conclusivo, e poi perché dopo anni e anni di riunioni,
parole, lettere, non si è mai risolto nulla, nemmeno piccole cose!!
Vorremo ricordare l’INDAGINE fatta agli allevatori e alpigiani del VCO nel 2013 in
ambito del primo Lifewolf Alps, in cui veniva documentato che con l’arrivo dei lupi in
questo territorio, dato i sistemi di allevamento della piccola alpicoltura (metodo di
allevamento tradizionale delle nostre terre), ci sarebbero stati un mare di danni e la
conseguente distruzione dei piccoli e medi allevamenti.
A questo punto rimane da chiedere a tutti: per che scopo si fanno studi e riunioni se alla
fine le conoscenze e le conclusioni di questi studi non portano a nessun cambiamento
positivo, a nessuna conseguenza positiva, ne portano a proposte che sono state
realizzate in altri paesi europei con le stesse leggi della direttiva Fauna Flora Habitat?
Stiamo parlando di zone a tutela dei pascoli alpini, in cui i lupi non sono ammessi. In
Svezia questo è stato realizzato per le renne. È importante sapere che già nel 2003
Boitani scriveva che sarà necessario creare zone senza lupi per non danneggiare certe
tipologie di allevamento che praticano il pascolo estensivo.
Altra domanda che ci poniamo: come mai non si prendono in considerazione le
conclusioni a cui è arrivata la Svizzera con gli abbattimenti preventivi di interi branchi,
unico modo per salvare l’Alpicoltura?
Come mai gli svizzeri prevedono 12 branchi per l’intera Svizzera (gli ambientalisti ne
propongono 20), e qui in questa provincia siamo sotto gli attacchi di sette branchi e si
parla ancora di coesistenza possibile? Come mai??
Non che ci aspettassimo altro da un tavolo WolfAlps, però dobbiamo dire che è evidente
la totale e assoluta inutilità di queste riunioni. Siamo qui oggi proprio perché, per l’ultima
volta, venga messo a verbale e rimanga all’interno degli atti e archivi del progetto
Lifewolfalps anche il nostro scritto. Per dimostrare, ancora una volta, la nostra totale
contrarietà a questi progetti scellerati. Sarà come Davide che combatte Golia, ma
sappiate bene che noi non ci arrenderemo mai!!!
La nostra è una terra di partigiani, di gente orgogliosa delle proprie tradizioni: fanno
parte di queste tradizioni anche l’alpicoltura e la pastorizia. Le razze di capre alpine
hanno sfamato intere generazioni, le nostre e le vostre nonne e bisnonne passavano
intere estati sui pascoli Alpini, con i propri figli e nipoti, curando quello che era (ed è
ancora oggi), una parte importante dell’economia delle famiglie delle nostre vallate.
Questi vostri progetti vogliono sradicare totalmente le nostre tradizioni. Quelle che poi
sono la rampa di lancio verso il futuro. SENZA PASSATO NON VI È FUTURO.
Detto questo vorremmo ribadire che i diversi propositi di cui questo tavolo si faceva
portatore, non sono mai stati realizzati, forse in minima parte. Queste riunioni sono
sempre state sorde alle richieste degli allevatori. Si era parlato di realizzare un sistema
di messaggistica SMS per segnalare la presenza di predatori, così come avviene nel
Canton Grigioni, ma questo non è stato preso nemmeno in considerazione. Si era
parlato di fornire agli allevatori una adeguata cartellonistica che segnalasse la presenza
di cani da guardiania negli alpeggi, ma anche questo non è stato fatto. Anzi è stato fatto
in seguito dal Comitato Salvaguardia Allevatori a spese proprie e degli allevatori che
hanno acquistato i cartelli. Nemmeno queste piccolissime cose.
Diciamo che nel corso di questi anni la situazione per noi non è per nulla migliorata,
anzi! Siamo diventati schiavi di un sistema di allevamento che non fa bene né a noi, né
alle nostre famiglie, né ai nostri animali.
LA LIBERTÀ DEI LUPI, COSTA LA LIBERTÀ DEI NOSTRI ANIMALI E DEI NOSTRI
FIGLI!!
Siamo costretti ad aver paura di denunciare uno smarrimento perché la legge prevede
una sanzione di 100 euro per ogni animale smarrito, come se fosse stato incustodito.
Sappiate che gli animali possono perdersi anche a seguito di un temporale e non solo
per un avvenimento predatorio. Inoltre se i lupi entrano nel recinto e non uccidono
mortalmente nessun animale e gli altri scappano, noi dobbiamo essere tenuti a pagare
questi 100 euro. Signori, ci sembra che questa sia una delle tante castronerie studiate a
tavolino per mettere sempre più in ginocchio gli allevatori.
Altro fatto da considerare è quello della autocertificazione. Se il veterinario ASL non esce
a constatare la predazione, l’allevatore è tenuto a fare una autocertificazione con rilievi
fotografici. Peccato che quando poi tocchi ad ASL validare l’autocertificazione per il
risarcimento danni, questa non venga quasi mai validata, e viene quindi ritenuta nulla.
In BDN inoltre non esiste la possibilità di eliminare la marca auricolare di un capo predato
come “morto a seguito di una predazione da lupo/orso ecc.”, ma risulta solo “morto al
pascolo”. Questo nelle statistiche nazionali va ad incidere significativamente sui numeri
di animali morti a seguito di una predazione, facendo sì che il numero sia sempre minore
rispetto alla realtà Ci troviamo così ad affrontare tutta una serie di difficoltà che diventano
sempre maggiori!
Noi, nonostante veniamo chiamati da qualche pseudo scrittore ambientalista, “ruralpirla”
o “analfabeti funzionali”, abbiamo avuto fino ad ora un atteggiamento propositivo. Non ci
siamo lamentati e basta, come piace credere a qualcuno. Abbiamo fatto richieste,
abbiamo cercato di collaborare con l’ASL per stilare moduli di predazione, vademecum
e autocertificazioni. Abbiamo d’altra parte trovato la collaborazione in alcuni
rappresentanti della ASL che pubblicamente ringraziamo. Ci siamo dotati di sistemi di
prevenzione quali reti elettrificate e cani da guardiania (spesso e volentieri a nostre
spese), senza trarne alcun beneficio. Queste sono misure palliative che non fanno altro
che cronicizzare il problema rinviando continuamente la decisione, sicuramente
impopolare e scomoda, di affrontarlo! Ci vuole un contenimento numerico della specie
così come fanno in altri paesi UE e non.
Lupi e orsi nel territorio della provincia VCO non portano nessuna biodiversità, nessun
giovamento alla natura e all’ambiente, anzi, qui in poco tempo il bosco, i rovi, le ginestre
e la felce aquilina coprono i pascoli abbandonati.
Ne sa qualcosa chi gestisce il Parco Nazionale Val Grande!! Al posto di incentivare
l’allevamento e la pastorizia, si preferisce pagare squadre di uomini con decespugliatori
per ripulire zone che loro stessi (il parco) hanno contribuito a far spopolare impedendo il
pascolamento, accettando di buon grado di essere partner del progetto Lifewolfalps.
I grandi predatori se non correttamente gestiti portano alla morte della montagna, degli
alpeggi, delle tradizioni, delle razze autoctone di ovini e caprini, e di conseguenza di
prodotti locali come formaggi e salumi. Nascondete tutto questo dietro le parole rewilding
o rinaturalizzazione e Wilderness. Parole che fanno paura!!! Volete sperimentare la
convivenza a spese degli altri, degli allevatori, che secondo voi dovrebbero soccombere
senza dire nulla, lasciandovi libero il campo dopo anni di lavoro, di fatiche e di tradizioni.
Ebbene, a costo di dover combattere fino alla fine, sappiate che non ci avrete mai!!! Ci
sono persone, famiglie intere che salgono ogni anno in Alpe con i bambini, veri
traghettatori nel futuro dei nostri antichi saperi. Questi bambini sono costretti a vedere
scene di predazioni che mai si cancelleranno dalla loro memoria. Chi ridà indietro a
questi bambini la loro innocenza, la loro passione?
Sappiate che state facendo il gioco della convivenza anche a spese di questi bambini!!!
Alcune associazioni del territorio hanno perfino il coraggio di fare dei laboratori
rappresentando il lupo come un animale disneyano. Se partecipassero i nostri figli a quei
laboratori, i loro disegni sarebbero ben diversi. Vedreste gli incubi che affrontano molte
notti, la paura nei loro occhi!! I territori cominciano ad essere sempre più abbandonati.
Ci sono intere aree che una volta erano destinate al pascolo autunnale delle greggi di
capre e pecore, oggi interamente abbandonate. La vegetazione avanza, i sentieri si
chiudono.
L’importanza del presidio dell’allevatore, si perde sempre di più. La montagna muore e
insieme a lei muore la sua gente!!
Il popolo della montagna, gli alpigiani e gli allevatori sono vittime innocenti di questi
progetti sconsiderati, scellerati e dannosi per l’ambiente montano, per la conservazione
del territorio, per l'alpicoltura e per la conservazione di razze autoctone e prodotti tipici
legati al territorio, al pascolo libero, sano e all’alpeggio. Lunga vita alla montagna dei
montanari, degli alpeggi e degli alpigiani, degli allevatori.
La montagna vera che non ha bisogno dei “salvatori della montagna”.
Il progetto Life WolfAlps porta solo morte e distruzione.
Grideremo sempre a gran voce: “Save the Alps, no lupi sui pascoli!!!”


Comitato Salvaguardia Allevatori VCO
Gesine Otten
Allevatori Alto Verbano
Virginia Gazzolo e Daniele Trotti
Gruppo Allevatori Trasquera e Varzo
Gruppo Allevatori Valle Antigorio.